The HeartLovers – Valentina Facchini

SINTESI DEL LIBRO:
North Carolina, oggi
Le mie vacanze erano ormai finite. A malincuore avevo dovuto
separarmi da mia sorella Alexandra, ma tornare al college era stato un
sollievo. Avevo passato tre mesi in casa, mi ero nascosta cercando sempre
nuovi stratagemmi per vedere Alex senza che i paparazzi mi trovassero.
Erano passati due anni da quando avevo visto i miei genitori per l’ultima
volta, e sapevo che non avevano ancora accettato la mia decisione di
lasciare il mio mondo dorato per una vita normale, quindi avevo preferito
troncare tutti i rapporti con loro. Li conoscevo bene ed ero cosciente che
avrebbero continuato a rinfacciarmi il fatto che avevo lasciato la mia
carriera per diventare una qualunque: a loro non sarebbe importato scoprire
che andarmene era equivalso a salvarmi la vita, letteralmente. Ma dal
giorno in cui avevo lasciato il mio camerino, avevano anche smesso di
avere un qualche tipo di potere su di me, rimanendo confinati nella mia
vecchia vita. Non c’era posto per loro in quella nuova.
Stava per iniziare il mio secondo anno di college, e si prospettava un
semestre interessante, dato cha avevo deciso di dividere la stanza con
un’altra ragazza. L’anno precedente avevo preferito affittare un
appartamento fuori dal campus: uscivo di casa per andare ai corsi, e
rientravo subito dopo. Mi concedevo qualche passeggiata ma non avevo
permesso a nessuno di avvicinarmi più del dovuto, avevo il terrore che
qualcuno mi avrebbe potuto riconoscere. Era stata un’impresa convincere il
rettore a non far comparire il mio vero nome sui registri, ma si era convinto
dopo che avevo snocciolato tutta la mia storia, e avendo anche lui una figlia
della mia età era riuscito a comprendermi e spesso mi chiamava per sapere
come me la stessi cavando. Mi sarebbe piaciuto che fossero i miei veri
genitori a preoccuparsi di me, ma non si può avere tutto.
Mi ero decisa ad aprirmi al resto del mondo, o perlomeno, a far
conoscere la nuova me: Chloe Harris. Nutrivo la necessità che qualcuno mi
volesse bene per quello che ero veramente e non solo per quello che poteva
ottenere da me. Per tutti ero sempre stata solo la cantante ricca e famosa,
una persona da spremere e da usare, ma nessuno si era mai soffermato per
conoscermi veramente.
Era ora di cambiare, e quindi, in quel momento mi trovavo di fronte allo
studentato, con la chiave della mia nuova stanza in mano, mentre nell’altra
stringevo forte quelle dell’automobile, carica di valigie.
Dovevo fare solo il primo passo e poi tutto sarebbe stato più facile:
speravo tanto di incontrare una ragazza tranquilla, con cui fare amicizia.
Sarebbe stata la prima volta in vita mia, non avevo mai avuto una vera
amica.
Mi feci coraggio ed entrai: l’atrio era pieno di ragazzi che trasportavano
le loro cose, spesso aiutati dai loro genitori. Salii al secondo piano e trovai
subito la mia camera; la porta era aperta e sentivo della musica provenire da
una delle camere. Per fortuna, non era una delle mie canzoni, ma era una
ballata country che parlava di un amore lontano e difficile. Non ero mai
stata una fan di quel genere, ma le premesse non erano affatto male, quindi
tesi l’orecchio continuando ad ascoltare quella melodia.
La prima cosa che vidi all’interno fu una ragazza coi capelli neri e le
punte blu che, mentre canticchiava, sistemava i suoi oggetti nella libreria
del salottino che avevamo in comune.
Mi schiarii la voce per avvisarla della mia presenza. Lei si girò e mi
accolse con un grande sorriso. Lo presi come un segnale positivo e mi
presentai:
«Ciao…», sussurrai timidamente.
«So tutto di te!», esclamò con un tono di voce troppo alto.
Nell’udire le sue parole mi raggelai: non volevo credere che dopo soli
cinque minuti ero già stata scoperta.
«Ti prego, non dirlo a nessuno…», supplicai, spaventata dal caos che i
media avrebbero scatenato se fossero venuti a conoscenza di dove mi
trovassi.
«Cosa non dovrei dire? Sei Chloe, giusto?», mi chiese lei inarcando un
sopracciglio incuriosita dal mio strano comportamento.
Mi rilassai appena capii che non aveva scoperto nulla, mi aveva
chiamato con il nome che stavo usando e non con quello che usavo quando
recitavo. Solo Chloe.
«Insomma, cosa non dovrei dire in giro?», domandò ancora.
«No, niente, lascia stare, sono un po’ paranoica. Ho avuto una relazione
finita male e non voglio che il mio ex sappia dove sono».
Non dissi una vera e propria menzogna, ma una mezza verità. Non
scappavo solo dalla fama, ma anche dal mio ex, una persona che avrei
voluto non aver mai incontrato.
«Mi dispiace tanto. Non ti preoccupare, non dirò niente a nessuno.
Comunque, io sono Mellory e ti avverto che ho già scelto la mia camera»,
disse indicandomi quella sulla destra.
Dalla mia posizione potevo vedere che aveva una finestra che affacciava
sulla strada principale mentre quella che sarebbe stata la mia, ne aveva una
che dava sul cortile. Mi avvicinai e osservai che per il resto, erano uguali:
un letto singolo, un armadio con una cassettiera, una scrivania e le pareti
spoglie pronte per essere riempite.
«Fa strano vederle così libere, vero?»
«Già, fa strano anche pensare che fino a tre mesi fa è stata la casa di
qualcun’altro e ora è la mia».
«Quella è la parte che fa anche più schifo, motivo per cui mia madre sta
andando a comprare il disinfettante per pulire tutto».
Fui colta da un attimo di malinconia a pensare che nessuno si
preoccupasse di me, ma fu solo un’istante.
«I tuoi dove sono? Stanno salendo con le valigie?».
«No. Sono da sola, non potevano assentarsi dal lavoro».
Mi guardò come si guarda un cucciolo in un canile, anzi, ancora peggio,
come se fossi cucciolo malato rinchiuso in una gabbia.
«Come farai a portare su le tue cose?», era una domanda logica.
«Da sola… credo».
«No, non puoi. Ci penso io, chiamo mio fratello tanto sta già aiutando
me. Non sarà un problema».
Non feci in tempo a replicare che aveva già afferrato il telefono per
chiamarlo e farmi venire ad aiutare. Li sentii parlare e mettersi d’accordo:
da lì a dieci minuti si sarebbe presentato, e in fondo ne ero felice. Il
pensiero di sfacchinare da sola non mi allettavo molto.
«Grazie Mellory, anche se non dovevi disturbarti».
«Ma non è niente, a mio fratello piace molto alzare pesi», chiosò
facendomi l’occhiolino.
Annuii, immaginando un ragazzo un po’ robusto, tutto muscoli che si
sarebbe messo in mostra sollevando le mie valigie. Mi venne quasi da ridere
per come la mia mente elaborò la sua figura.
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo